Ai più questo nome sarà del tutto nuovo. Mentre invece i brasiliani Sarcasmo sono nati la bellezza di 15 anni fa, nel'93. Ed il loro stile, fortunatamente, è quello più Old School possibile!
Già il titolo di quest'album della band di Belo Horizonte (essì, la stessa città di Sepultura e Sarcofago!) è tutto un programma: "Metal Morte". Ed è quello che abbiamo qui, signori: Death Metal, puro e semplice, senza sound di recente nascita, senza frangenti Brutal, Slam, o qualsiasi cosa col suffisso -core. Death Metal. Basta. Sulla scia di leggende Old School come Asphyx, Pungent Stench.. o ancor meglio: Possessed!
I veterani di questo genere godranno all'impazzata nell'ascoltare pezzi come "Vivo Luoco Morto" o "Pro Inferno" o "Temor em Pecar".. Godranno durante TUTTI i 40 minuti di quest'album. Fin'anche la timbrica vocale di Germano Rocha è maggiormente improntata sula Vecchia Scuola, per cui cosa chiederedi meglio?
Io personalmente ho cominciato ad ascoltare Death molti anni fa. E' per cui un enorme piacere ascoltare un disco che riprende ai giorni nostri un sound ormai finito nel dimenticatoio. Un sound che è una pura e semplice estremizzazione del Thrash, da cui è nata il genere poi noto con tale nome. Consigliato a tutti: tanto ai 'vecchietti' che riascolteranno ciò che c'era una volta, quanto ai 'ggiovani' che scopriranno come si suonava Death anni or sono.
Contatti: http://www.myspace.com/sarcasmoband
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 9/10
mercoledì 19 novembre 2008
The Rotted (UK) - Get Dead or DieTrying (2008)
C'erano una volta i Gorerotted, gloriosa band GoreGrind prima, Brutal Death poi, proveniente dall'Inghilterra. Dall'anno di nascita, il 1997, ad oggi i Gorerotted sono usciti con tre album ("Mutilated in Minutes" del 2000, "Only Tools and Corpses" del 2003 e "A New Dawn for the Dead" del 2005), preceduti dal demo datato 1998 "Her Gash I Did Slash". Le tematiche dei Gorerotted erano quelle solite, fatte di violenza, scene splatter e Gore, ma sono andate man mano mutuando. Così come anche il sound.
E tutto questo ha portato i Gorerotted a non rispecchiarsi più nel nome che portavano, ed han deciso di cambiare monicker: dal 2008 i gloriosi Gorerotted sono diventati semplicemente The Rotted (beh, sì, non il massimo della fantasia in effetti).
Dimenticatevi la violenza sonora della vecchia band (sopratutto agli esordi), perchè The Rotted sono una creatura totalmente a se stante, con un sound decisamente diverso. La band britannica suona ora quella che è una specie di moda del momento anche per l'Estremo: Deathcore.
Fortuna vuole che in questo genere praticamente ancora neonato, ci sono delle bands che lo suonano da dio (come ad esempio i Job for a Cowboy), o comunque almeno discretamente, ed è il caso dei The Rotted.
Il punto è che ascoltando brani in ogni caso buoni come, ad esempio, l'opener "Nothin' but a Nosebleed", viene comunque da pensare: "Ma è lo stesso gruppo di "Only Tools and Corpses"?" (mio preferito della vecchia produzione, n.d.TT)
La risposta, in effetti, sarebbe no, essendo come detto The Rotted una vera e propria band a parte. Ma il passato non si cancella, dunque non si cancellano nemmeno i ricordi di quanto fatto prima di cambiare nome. Ed è per questo che ascoltare "Get Dead or Die Trying" è una mezza delusione.
In conclusione, un album Deathcore non malvagio, ma da una band così, non ci s'aspettava questa fine. Ed aggiungo anche che l'inizio di tutto questo lo si ha avuto a cominciare dal deal con la Metal Blade. Sarà un caso?
Contatti: http://www.myspace.com/therotted
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 5/10
E tutto questo ha portato i Gorerotted a non rispecchiarsi più nel nome che portavano, ed han deciso di cambiare monicker: dal 2008 i gloriosi Gorerotted sono diventati semplicemente The Rotted (beh, sì, non il massimo della fantasia in effetti).
Dimenticatevi la violenza sonora della vecchia band (sopratutto agli esordi), perchè The Rotted sono una creatura totalmente a se stante, con un sound decisamente diverso. La band britannica suona ora quella che è una specie di moda del momento anche per l'Estremo: Deathcore.
Fortuna vuole che in questo genere praticamente ancora neonato, ci sono delle bands che lo suonano da dio (come ad esempio i Job for a Cowboy), o comunque almeno discretamente, ed è il caso dei The Rotted.
Il punto è che ascoltando brani in ogni caso buoni come, ad esempio, l'opener "Nothin' but a Nosebleed", viene comunque da pensare: "Ma è lo stesso gruppo di "Only Tools and Corpses"?" (mio preferito della vecchia produzione, n.d.TT)
La risposta, in effetti, sarebbe no, essendo come detto The Rotted una vera e propria band a parte. Ma il passato non si cancella, dunque non si cancellano nemmeno i ricordi di quanto fatto prima di cambiare nome. Ed è per questo che ascoltare "Get Dead or Die Trying" è una mezza delusione.
In conclusione, un album Deathcore non malvagio, ma da una band così, non ci s'aspettava questa fine. Ed aggiungo anche che l'inizio di tutto questo lo si ha avuto a cominciare dal deal con la Metal Blade. Sarà un caso?
Contatti: http://www.myspace.com/therotted
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 5/10
Sordid Clot (Russia) - Tuber (2008)
Ventiquattro pezzi. Poco più di 26 minuti di durata. Per cui, se vi chiedessi "Che genere suonano i Sordid Clot?", quale sarebbe la risposta più ovvia? Grindcore! Magari vi aspettate che dica "Eh, no! Vi sbagliate", ed invece no, la prima impressione è quella giusta.
Secondo album per la Grindcore band russa Sordid Clot, "Tuber" il cui titolo originale è illegibile (è in cirillico). Illegibile come anche i titoli dei pezzi presenti, visto che i nostri si affidano alla Lingua Madre per il loro songwriting. Per capirci qualcosa mi son dovuto affidare a Metal Archives, se no addio.
Gli amanti del Grindcore più sfrenato avran di che cibarsi, dunque, con l'ascolto di quest'opera dei Sordid Clot, grazie anche a pezzi interessanti come "Purke", "Vesenneye Probuzhdenie" o il massaco di circa 35 secondi che corrisponde al titolo di (tenetevi forte... inspiro, espiro) "Peredvizhenije Invalida po Zadannoj Treaktorii v Poiskah Propitaniya" (!!!). In fondo,comunque, abbiamo gruppi qui da noi che usano senza problemi l'idioma italico per i loro pezzi, naturale che i Sordid Clot, provenendo da Bryansk, Repubblica Federale Russa, usino per l'appunto il russo per i loro, di pezzi. Tanto in questo genere, italiano, russo, serbo/croato o aramaico antico, che cazzo ne vuoi capire delle parole?
Disco consigliato sopratutto agli amanti dell'estremismo sonoro.
Contatti: http://sordidclot.narod.ru - http://www.myspace.com/sordidclotgrind
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 6/10
Secondo album per la Grindcore band russa Sordid Clot, "Tuber" il cui titolo originale è illegibile (è in cirillico). Illegibile come anche i titoli dei pezzi presenti, visto che i nostri si affidano alla Lingua Madre per il loro songwriting. Per capirci qualcosa mi son dovuto affidare a Metal Archives, se no addio.
Gli amanti del Grindcore più sfrenato avran di che cibarsi, dunque, con l'ascolto di quest'opera dei Sordid Clot, grazie anche a pezzi interessanti come "Purke", "Vesenneye Probuzhdenie" o il massaco di circa 35 secondi che corrisponde al titolo di (tenetevi forte... inspiro, espiro) "Peredvizhenije Invalida po Zadannoj Treaktorii v Poiskah Propitaniya" (!!!). In fondo,comunque, abbiamo gruppi qui da noi che usano senza problemi l'idioma italico per i loro pezzi, naturale che i Sordid Clot, provenendo da Bryansk, Repubblica Federale Russa, usino per l'appunto il russo per i loro, di pezzi. Tanto in questo genere, italiano, russo, serbo/croato o aramaico antico, che cazzo ne vuoi capire delle parole?
Disco consigliato sopratutto agli amanti dell'estremismo sonoro.
Contatti: http://sordidclot.narod.ru - http://www.myspace.com/sordidclotgrind
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Voto: 6/10
Septicemia/Antraks (Indonesia) - Split (2008)
Arriva nientemeno dall'Indonesia questo split cd che vede impegnate due bands di questa nazione asiatica, Septicemia e Antraks. I due gruppi Brutal indonesiani si spartiscono quasi equamente lo spazio in questo cd, con 10 pezzi (inediti) per i primi, e 12 (tutti ri-arrangiati, invece) per i secondi.
A partire, dunque, abbiamo i Septicemia, che 'deliziano' il nostro apparato auditivo con, come detto, 10 pezzi di Death Metal americanissimo, sulla scia sopratutto dei Suffocation, tanto per fare un nome. Un nome non fatto a caso, visto che l'influenza dei DeathGods americani è palesissima nel sound dei Septicemia, che però non disdegnano affatto molti passaggi più vicini alla sfera Brutal più dura ed incontaminata: un chiaro esempio di questo lo abbiamo con la seconda traccia, "Family Form (Eause of Jack D's)". Apprezzabilissimi i passaggi spaccacollo della seguente "Dead Depression", highlight di questa parte dello split insieme a "Solid with the Dead Bodies" e "I Kill U".
Non da sottovalutare la prova dei singoli con, tanto per cambiare, il batterista (Windhu) sugli scudi: ma non è una novità che in questo genere i batteristi sembra abbiano un motore attaccato ai polpacci.
Per menzionare una band italica che potrebbe ricordare questi quattro deathsters di Giakarta, mi verrebbe da dire che per molti versi i calabresi Zora sono accostabili a loro, vuoi per la tecnica espressa sopratutto per quanto riguarda i passaggi più 'lenti', vuoi anche per il pezzo "Fuck the Government Corruption" che è un tema spesso affrontato dalla band di casa nostra. Comunque sia, un gruppo da non sottovalutare.
Si passa poi ai connazionali Antraks, che si presentano con 12 pezzi ri-arrangiati per l'occasioni, proveniti dai due precedenti lavori: il demo "The Worst Enemy" (11-15) e l'album "Nastiest Rotten View" (16-22). Qui i toni si fanno vieppiù brutali, grazie al sound degli Antraks maggiormente improntato al Brutal (sempre di matrice americana) rispetto ai colleghi.
Una differenza che si coglie ascoltando questa seconda parte dello split, è quella di produzione, più Old School, quindi meno limpida e potente, quella degli Antraks. Magari con una produzione che avesse valorizzato maggiormente il sound della band, il tutto sarebbe sembrato decisamente migliore. Ma tant'è..
Facendo una piccola divisione fra i due lavori da cui sono tratti i pezzi, direi che degni di nota sono brani come "Kaleidoskop Kebusukan" fra quelli vecchi (riproposto come altri pezzi fra quelli dell'album) e "Feeds of Zombie" fra i nuovi. Il riproporre in due versioni (decisamente uguali) più pezzi, come ad esempio la già citata "Kaleidoscop Kebuskan" o "Ultimatum", non mi è parsa, imho, una decisione azzeccatissima. Più che altro il mio discorso concerne l'economia dello split: senza questi 'doppioni', si sarebbe avuto un cd dalla durata meno eccessiva (oltre 52 minuti) e non avremmo avuto quel senso di ripetitività che non può non cogliere in questo caso.
Tralasciando queste pecche, questo splitCD ci offre l'opportunità di conoscere due gruppi di una scena tanto lontana dalla nostra, che comunque per sound non sfigurerebbero tanto al cospetto di nomi ben più noti. Fosse anche solo per la curiosità di sapere come si suona da quelle parti, un'ascoltatina a questo lavoro vi consiglio di darla.
Contatti: http://www.myspace.com/keracunandarah || http://antraks-sick.cjb.net - http://www.myspace.com/antraks85
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 6/10
A partire, dunque, abbiamo i Septicemia, che 'deliziano' il nostro apparato auditivo con, come detto, 10 pezzi di Death Metal americanissimo, sulla scia sopratutto dei Suffocation, tanto per fare un nome. Un nome non fatto a caso, visto che l'influenza dei DeathGods americani è palesissima nel sound dei Septicemia, che però non disdegnano affatto molti passaggi più vicini alla sfera Brutal più dura ed incontaminata: un chiaro esempio di questo lo abbiamo con la seconda traccia, "Family Form (Eause of Jack D's)". Apprezzabilissimi i passaggi spaccacollo della seguente "Dead Depression", highlight di questa parte dello split insieme a "Solid with the Dead Bodies" e "I Kill U".
Non da sottovalutare la prova dei singoli con, tanto per cambiare, il batterista (Windhu) sugli scudi: ma non è una novità che in questo genere i batteristi sembra abbiano un motore attaccato ai polpacci.
Per menzionare una band italica che potrebbe ricordare questi quattro deathsters di Giakarta, mi verrebbe da dire che per molti versi i calabresi Zora sono accostabili a loro, vuoi per la tecnica espressa sopratutto per quanto riguarda i passaggi più 'lenti', vuoi anche per il pezzo "Fuck the Government Corruption" che è un tema spesso affrontato dalla band di casa nostra. Comunque sia, un gruppo da non sottovalutare.
Si passa poi ai connazionali Antraks, che si presentano con 12 pezzi ri-arrangiati per l'occasioni, proveniti dai due precedenti lavori: il demo "The Worst Enemy" (11-15) e l'album "Nastiest Rotten View" (16-22). Qui i toni si fanno vieppiù brutali, grazie al sound degli Antraks maggiormente improntato al Brutal (sempre di matrice americana) rispetto ai colleghi.
Una differenza che si coglie ascoltando questa seconda parte dello split, è quella di produzione, più Old School, quindi meno limpida e potente, quella degli Antraks. Magari con una produzione che avesse valorizzato maggiormente il sound della band, il tutto sarebbe sembrato decisamente migliore. Ma tant'è..
Facendo una piccola divisione fra i due lavori da cui sono tratti i pezzi, direi che degni di nota sono brani come "Kaleidoskop Kebusukan" fra quelli vecchi (riproposto come altri pezzi fra quelli dell'album) e "Feeds of Zombie" fra i nuovi. Il riproporre in due versioni (decisamente uguali) più pezzi, come ad esempio la già citata "Kaleidoscop Kebuskan" o "Ultimatum", non mi è parsa, imho, una decisione azzeccatissima. Più che altro il mio discorso concerne l'economia dello split: senza questi 'doppioni', si sarebbe avuto un cd dalla durata meno eccessiva (oltre 52 minuti) e non avremmo avuto quel senso di ripetitività che non può non cogliere in questo caso.
Tralasciando queste pecche, questo splitCD ci offre l'opportunità di conoscere due gruppi di una scena tanto lontana dalla nostra, che comunque per sound non sfigurerebbero tanto al cospetto di nomi ben più noti. Fosse anche solo per la curiosità di sapere come si suona da quelle parti, un'ascoltatina a questo lavoro vi consiglio di darla.
Contatti: http://www.myspace.com/keracunandarah || http://antraks-sick.cjb.net - http://www.myspace.com/antraks85
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Voto: 6/10
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sabato 15 novembre 2008
Hydrophobia (Giappone) - Human Shredder (2008)
Ebbene sì: anche dal Sol Levante può provenire una band Brutal Death! E fino a che non mi son ritrovato ad avere "Human Shredder", opera prima degli Hydrophobia, non ne ero assolutamente a conoscenza.
Hydrophobia che non sono neanche una band di primo pelo, essendo sorti nel 1997 ed avendo anche un curriculum Live di tutto rispetto. Prima di questo album di debutto, la band nipponica ha registrato due demo: "Hydrophobia" del '99 e "Mortify the Flesh" del 2000. Ed in più han partecipato a diverse compilation estreme.
Ma veniamo ora a "Human Shredder", a cominciare dal Sound, molto vicino al Brutal Nordeuropeo: in più punti, infatti, sembra di sentire i Vomitory dell'ultimo periodo, non risultando comunque eccessivamente derivativi. Sugli scudi la voce di Rin (dove più di tutto vi è un incontro con lo stile dei Vomitory), autore di una prova magistrale grazie ad un growl sempre ben bilanciato in fase di produzione e senza mai un solo attimo di calo.
Non affatto male pezzi come la ri-registrata "Mortify The Flesh" e la doppietta rifilata con "Killing Everything in Sight" e "Cacodemonia".
Per glia manti dunque del Brutal stile europeo, un buon disco a cui dedicarsi ad occhi chiusi, proveniente dalla terra del Sushi. E dire che fino a pochi giorni fa non sapevo nemmeno dell'esistenza di una band Brutal/Grind giapponese, mentre ora mi ritrovo a tesser lodi agli Hydrophobia. Ma come si suol dire, non è mai troppo tardi.
Contatti: http://www.hydrophobia-jpn.com - http://www.myspace.com/hydrophobiajpn
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 6,5/10
Hydrophobia che non sono neanche una band di primo pelo, essendo sorti nel 1997 ed avendo anche un curriculum Live di tutto rispetto. Prima di questo album di debutto, la band nipponica ha registrato due demo: "Hydrophobia" del '99 e "Mortify the Flesh" del 2000. Ed in più han partecipato a diverse compilation estreme.
Ma veniamo ora a "Human Shredder", a cominciare dal Sound, molto vicino al Brutal Nordeuropeo: in più punti, infatti, sembra di sentire i Vomitory dell'ultimo periodo, non risultando comunque eccessivamente derivativi. Sugli scudi la voce di Rin (dove più di tutto vi è un incontro con lo stile dei Vomitory), autore di una prova magistrale grazie ad un growl sempre ben bilanciato in fase di produzione e senza mai un solo attimo di calo.
Non affatto male pezzi come la ri-registrata "Mortify The Flesh" e la doppietta rifilata con "Killing Everything in Sight" e "Cacodemonia".
Per glia manti dunque del Brutal stile europeo, un buon disco a cui dedicarsi ad occhi chiusi, proveniente dalla terra del Sushi. E dire che fino a pochi giorni fa non sapevo nemmeno dell'esistenza di una band Brutal/Grind giapponese, mentre ora mi ritrovo a tesser lodi agli Hydrophobia. Ma come si suol dire, non è mai troppo tardi.
Contatti: http://www.hydrophobia-jpn.com - http://www.myspace.com/hydrophobiajpn
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 6,5/10
venerdì 14 novembre 2008
Tsubo (Italia) - Anus Mundi (2008)
Una sola parola: MOSTRUOSI!
Gli Tsubo, gruppo di Latina, vedono la luce alla fine del 2003, per mano di Fasano, Giorgioni ed Erkz, rispettivamente chitarra, voce e batteria (quest'ultimo sotituito due anni dopo da ThrasherDemo). La band propone un Grindcore cazzutissimo, feroce, travolgente.. e ce ne sarebbero altri 1000 di aggettivi per descrivere il sound di 'sti ragazzi.
Dopo aver partecipato alla compilation "Italia Violenta vol. 1" col brano "Ormai... Ombre", i nostri iniziano a lavorare al loro primo full lenght, "Anus Mundi", composto da sette brani decisamente devastanti e rabbiosi. Un ulteriore punto a loro favore è senz'altro l'originalità, caratteristica degli Tsubo che mi ha colpito fin da subito. L' "assomiglia a..." non appartiene alla band dell'agropontino.
Ho avuto la fortuna di apprezzarli dal vivo con la loro attitudine mostruosa; i miei complimenti vanno all'eccellente frontman Giorgioni, capace di coinvolgere il pubblico (e l'ascoltatore, nel caso di questo cd) ipnotizzandolo con un growl d'eccezione.
A mio avviso, gli tsubo sono fra i migliori gruppi italiani in circolazione. Non è azzardato dire che non hanno nulla da invidiare a molti gruppi targati USA. In conclusione, sono convinta che la band della zona agropontina riuscirà a raggiungere importanti traguardi, anche fuori dal Belpaese.
Quindi non mi resta che fare i miei migliori auguri a questi promettentissimi ragazzi!
Contatti: http://www.tsubo.it - http://www.myspace.com/tsub0
Recensore: Velenia - velenia90@hotmail.it
Voto: 9/10
Gli Tsubo, gruppo di Latina, vedono la luce alla fine del 2003, per mano di Fasano, Giorgioni ed Erkz, rispettivamente chitarra, voce e batteria (quest'ultimo sotituito due anni dopo da ThrasherDemo). La band propone un Grindcore cazzutissimo, feroce, travolgente.. e ce ne sarebbero altri 1000 di aggettivi per descrivere il sound di 'sti ragazzi.
Dopo aver partecipato alla compilation "Italia Violenta vol. 1" col brano "Ormai... Ombre", i nostri iniziano a lavorare al loro primo full lenght, "Anus Mundi", composto da sette brani decisamente devastanti e rabbiosi. Un ulteriore punto a loro favore è senz'altro l'originalità, caratteristica degli Tsubo che mi ha colpito fin da subito. L' "assomiglia a..." non appartiene alla band dell'agropontino.
Ho avuto la fortuna di apprezzarli dal vivo con la loro attitudine mostruosa; i miei complimenti vanno all'eccellente frontman Giorgioni, capace di coinvolgere il pubblico (e l'ascoltatore, nel caso di questo cd) ipnotizzandolo con un growl d'eccezione.
A mio avviso, gli tsubo sono fra i migliori gruppi italiani in circolazione. Non è azzardato dire che non hanno nulla da invidiare a molti gruppi targati USA. In conclusione, sono convinta che la band della zona agropontina riuscirà a raggiungere importanti traguardi, anche fuori dal Belpaese.
Quindi non mi resta che fare i miei migliori auguri a questi promettentissimi ragazzi!
Contatti: http://www.tsubo.it - http://www.myspace.com/tsub0
Recensore: Velenia - velenia90@hotmail.it
Voto: 9/10
Cripple Bastards (Italia) - Misantropo a Senso Unico (2000)
Ci sono pochi dischi che si possono dire realmente leggendari. Men che meno per quel che concerne la nostra Patria, fatta eccezione per alcuni dischi usciti negli anni '80.
Ma c'è un disco che rappresenta l'eccezione che conferma la regola. Con buona pace dei vari "Main Frame Collapse" degli Schizo, "Into The Macabre" dei Necrodeath e via discorrendo, credo che non ci sia disco italiano su cui non si sian spese più parole di "Misantropo a Senso Unico" dei Cripple Bastards. Un disco Leggendario, con la 'L' rigorosamente maiuscola.
Cosa si può dire in più rispetto a quanto già detto su quest'Opera Magna della metifica creatura tricolore? Non c'è assolutamente niente d'aggiungere. Niente.
Grindcore nichilista all'inverosimile, fortemente influenzato da una vena Crust. Un sound che trasuda una sola ed unica parola: ODIO.
Abbiamo qui pezzi che sono entrati praticamente nella storia della scena Estrema italiana, come la title-track, "Non Servire a Niente (è la tua Sorte)", "La Repulsione Negli Occhi", "Dio è Solo Merda" e "Sogno un Mondo Senza...".
Senza contare tutto il lavoro offerto da Giulio The Bastard. Da quello vocale -credetemi, non sentirete mai da nessun'altro tanto odio sputato così in faccia come da lui- a quello di stesura dei pezzi, con testi a dir poco ispiratissimi, un Neruda (che cito giusto perchè è il mio poeta preferito) del nichilismo più puro e della rabbia.
Potranno passare anni ed anni, ma nessuno s'avvicinerà mai alla grandezza di "Misantropo a Senso Unico" (anche se gli stessi Cripple con l'ultimo "Variante Alla Morte" si sono avvicinati moltissimo eh?!?). Non c'è produzione coi controcazzi che tenga. Non c'è ispirazione del momento che tenga. I Cripple Bastards con questo disco hanno raggiunto un apice inscalabile. Un disco emozionalmente inarrivabile.
Un disco a cui io do il massimo dei voti. E voglio proprio vedere se c'è qualcuno che possa avere qualcosa in contrario.
Contatti: http://www.cripple-bastards.com - http://www.myspace.com/cripplebastards
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 10/10
Ma c'è un disco che rappresenta l'eccezione che conferma la regola. Con buona pace dei vari "Main Frame Collapse" degli Schizo, "Into The Macabre" dei Necrodeath e via discorrendo, credo che non ci sia disco italiano su cui non si sian spese più parole di "Misantropo a Senso Unico" dei Cripple Bastards. Un disco Leggendario, con la 'L' rigorosamente maiuscola.
Cosa si può dire in più rispetto a quanto già detto su quest'Opera Magna della metifica creatura tricolore? Non c'è assolutamente niente d'aggiungere. Niente.
Grindcore nichilista all'inverosimile, fortemente influenzato da una vena Crust. Un sound che trasuda una sola ed unica parola: ODIO.
Abbiamo qui pezzi che sono entrati praticamente nella storia della scena Estrema italiana, come la title-track, "Non Servire a Niente (è la tua Sorte)", "La Repulsione Negli Occhi", "Dio è Solo Merda" e "Sogno un Mondo Senza...".
Senza contare tutto il lavoro offerto da Giulio The Bastard. Da quello vocale -credetemi, non sentirete mai da nessun'altro tanto odio sputato così in faccia come da lui- a quello di stesura dei pezzi, con testi a dir poco ispiratissimi, un Neruda (che cito giusto perchè è il mio poeta preferito) del nichilismo più puro e della rabbia.
Potranno passare anni ed anni, ma nessuno s'avvicinerà mai alla grandezza di "Misantropo a Senso Unico" (anche se gli stessi Cripple con l'ultimo "Variante Alla Morte" si sono avvicinati moltissimo eh?!?). Non c'è produzione coi controcazzi che tenga. Non c'è ispirazione del momento che tenga. I Cripple Bastards con questo disco hanno raggiunto un apice inscalabile. Un disco emozionalmente inarrivabile.
Un disco a cui io do il massimo dei voti. E voglio proprio vedere se c'è qualcuno che possa avere qualcosa in contrario.
Contatti: http://www.cripple-bastards.com - http://www.myspace.com/cripplebastards
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 10/10
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Order of Ennead (USA) - Order of Ennead (2008)
Nati dalle ceneri dei Council of the Fallen, arriva l'esordio discografico degli Order of Ennead, band che vede tra le proprie fila tre ex membri dei CotF (Steve Asheim, già Deicide, Kevin Quirion, anch'egli membro dei Deicide, e Scott Patrick).
E' giusto parlare di continuazione dei Council of the Fallen sotto altro nome? Direi proprio di no! Se la prima creatura era dedita ad un Death Metal melodico e progressivo, lo stesso non si può dire di questi Order of Ennead.
Il sound proposto da Asheim e soci è un Death/Black d'assalto, fatto di pochissimi (se non del tutto mancanti) momenti melodici. Potremmo quasi azzardare un paragone con i Deicide dell'ultimo periodo, anche se con le dovute proporzioni, nonostante il songwriter sia lo stesso (Asheim).
Pezzi come "Reflection, an Endless Devour", la seguente e cadenzatissima "As Long as I Have Myself I Am not Alone" e le altrettanto belle "Introspection and the Loss of Denial" e "A Cry to the Perilious Sun" rimangono ben fisse in mente, grazie anche ad alcune soluzioni chitarristiche che praticamente ti si stampano nel cervello.
Inutile dire che il light motive di questo primo album degli OoE (a proposito: edito nientemeno che da Earache Records) è la prova magistrale di quello che è dai più ritenuto il miglior batterista dell'intera scena Death mondiale: Steve Asheim, ancora una volta preciso in ogni singolo frangente, dai blast beats sparati a velocità sperimentate solo dalla N.A.S.A. ai momenti più cadenzati, passando per cambi di tempo impensabili per un essere umano normale.
Un disco che non fa assolutamente gridare il miracolo, questo è certo; ma di sicuro gli Order of Ennead, grazie ad un sound compatto, ben quadrato, riusciranno in breve tempo a ritagliarsi un nome proprio, discostandosi da paragoni ed assonanze con le due celebri bands ad essi legate, Deicide e Council of the Fallen.
Da prendere, specie per potersi godere gli ennesimi stacchi disumani di quell'umanoide seduto dietro la batteria.
Contatti: http://www.orderofennead.com - http://www.myspace.com/orderofennead
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 6,5/10
E' giusto parlare di continuazione dei Council of the Fallen sotto altro nome? Direi proprio di no! Se la prima creatura era dedita ad un Death Metal melodico e progressivo, lo stesso non si può dire di questi Order of Ennead.
Il sound proposto da Asheim e soci è un Death/Black d'assalto, fatto di pochissimi (se non del tutto mancanti) momenti melodici. Potremmo quasi azzardare un paragone con i Deicide dell'ultimo periodo, anche se con le dovute proporzioni, nonostante il songwriter sia lo stesso (Asheim).
Pezzi come "Reflection, an Endless Devour", la seguente e cadenzatissima "As Long as I Have Myself I Am not Alone" e le altrettanto belle "Introspection and the Loss of Denial" e "A Cry to the Perilious Sun" rimangono ben fisse in mente, grazie anche ad alcune soluzioni chitarristiche che praticamente ti si stampano nel cervello.
Inutile dire che il light motive di questo primo album degli OoE (a proposito: edito nientemeno che da Earache Records) è la prova magistrale di quello che è dai più ritenuto il miglior batterista dell'intera scena Death mondiale: Steve Asheim, ancora una volta preciso in ogni singolo frangente, dai blast beats sparati a velocità sperimentate solo dalla N.A.S.A. ai momenti più cadenzati, passando per cambi di tempo impensabili per un essere umano normale.
Un disco che non fa assolutamente gridare il miracolo, questo è certo; ma di sicuro gli Order of Ennead, grazie ad un sound compatto, ben quadrato, riusciranno in breve tempo a ritagliarsi un nome proprio, discostandosi da paragoni ed assonanze con le due celebri bands ad essi legate, Deicide e Council of the Fallen.
Da prendere, specie per potersi godere gli ennesimi stacchi disumani di quell'umanoide seduto dietro la batteria.
Contatti: http://www.orderofennead.com - http://www.myspace.com/orderofennead
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 6,5/10
Purulent Jacuzzi (Russia) - Stench of the Drowned Carrion (2008)
Grindcore senza il benchè minimo compromesso. Questa la proposta dei russi Purulent Jacuzzi, che arrivano alle nostre orecchie con questo che probabilmente dovrebbe essere il loro primo lavoro (stando almeno alle notizie reperibili su Metal Archives).
In ogni caso, "Stench of the Drowned Carrion" esce da poco, Anno Domini 2008, per l'etichetta russa Soulflesh Collector e, come detto, è un perfetto concentrato di Grindcore allo stato più selvaggio. Cito, fra le influenze presenti sul MySpace ufficiale della band moscovita, quelle che più trovo vicine a poter esser definite seminali per il sound dei nostri: Brodequin ed Amputated. Anche se non disdegnerei di menzonare una certa precisione chirurgica nell'eseguire i pezzi che ricorda non poco i cechi Malignant Tumor.
Non bisogna lasciarsi spaventare dal numero elevato di pezzi (ventinove), visto che la durata è decisamente esigua: quasi tutti i pezzi si attestano sui 30, 40 secondi massimo. Il brano che dura di più risulta essere il terzo, "Your Mangled Body": 1' 42", un'esagerazione rispetto gli altri pezzi!
Impressionanti, più d'altri, il lavoro di blast beats continui di Sasha dietro le pelli ed il Pig Growl di M1asmatic, che MOLTO va vicino alle perfomance che offrono i più celebri Jamie Bailey (Brodequin, da sempre il mio vocalist preferito in questo genere) e John Gallagher (Dying Fetus).
Per gli amanti del Grindcore più sfrenato e virulento, una vera e propria sorpresona proveniente dalla Fredda Russia, nonostante la ripetitività, costante però di tutti i lavori di cotal genere. Non so voi, ma io comunque eviterei di fare l'idromassaggio in una Jacuzzi così.
Contatti: http://www.myspace.com/pjacuzzi
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 8,5/10
In ogni caso, "Stench of the Drowned Carrion" esce da poco, Anno Domini 2008, per l'etichetta russa Soulflesh Collector e, come detto, è un perfetto concentrato di Grindcore allo stato più selvaggio. Cito, fra le influenze presenti sul MySpace ufficiale della band moscovita, quelle che più trovo vicine a poter esser definite seminali per il sound dei nostri: Brodequin ed Amputated. Anche se non disdegnerei di menzonare una certa precisione chirurgica nell'eseguire i pezzi che ricorda non poco i cechi Malignant Tumor.
Non bisogna lasciarsi spaventare dal numero elevato di pezzi (ventinove), visto che la durata è decisamente esigua: quasi tutti i pezzi si attestano sui 30, 40 secondi massimo. Il brano che dura di più risulta essere il terzo, "Your Mangled Body": 1' 42", un'esagerazione rispetto gli altri pezzi!
Impressionanti, più d'altri, il lavoro di blast beats continui di Sasha dietro le pelli ed il Pig Growl di M1asmatic, che MOLTO va vicino alle perfomance che offrono i più celebri Jamie Bailey (Brodequin, da sempre il mio vocalist preferito in questo genere) e John Gallagher (Dying Fetus).
Per gli amanti del Grindcore più sfrenato e virulento, una vera e propria sorpresona proveniente dalla Fredda Russia, nonostante la ripetitività, costante però di tutti i lavori di cotal genere. Non so voi, ma io comunque eviterei di fare l'idromassaggio in una Jacuzzi così.
Contatti: http://www.myspace.com/pjacuzzi
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 8,5/10
Clinicamente Morti (Italia) - 7 (2008)
7, come i Peccati Capitali. Ecco spiegato il motivo del titolo del primo full lenght dei leccesi Clinicamente Morti, band ideata dal chitarrista Salvatore Camillo (ex C.O.M.A.) e dal batterista Giovanni Leone (ex Gutha).
I CMci deliziano con Death dal sapore retrò (vedi primi Obituary) impregnato da un buon vecchio Thrash Metal à la Kreator.
La line-up dal 2005 ad oggi ha subito qualche cambiamento, fino ad arrivare a quella odierna che ha senz'altro conferito maggiore stabilità e personalità al gruppo pugliese.
Dopo il primo demo "Obitorio" sfornato ormai nel lontano 2006, i nostri ci propongono questo "7", otto brani (sette, per l'appunto, più intro). Con un cantato rigorosamente made in Italy, che personalmente prediligo, quando ascolto un gruppo italiano. C'è da dire, però, che associare un cantato in italiano all'extreme metal non è un gioco da ragazzi. Nico Parente, vocalist della band, grazie ad un growl 'arrangiato' riesce però nel suo intento: i ritmi cadenzati, infatti, ben si prestano al cantato del Parente. A penalizzare il lavoro dei salentini, però, ci si mette la registrazione, decisamente non delle migliori.
In sostanza la band ha le caratteristiche giuste per poter puntare in alto. Con un pizzico di matirutà in più può raggiungere, senza alcun dubbio, alti livelli nell'underground tricolore. In bocca al lupo ragazzi!
Contatti: http://www.clinicamentemorti.it - http://www.myspace.com/clinicamentemorti
Recensore: Velenia - velenia90@hotmail.it
Voto: 6,5/10
I CMci deliziano con Death dal sapore retrò (vedi primi Obituary) impregnato da un buon vecchio Thrash Metal à la Kreator.
La line-up dal 2005 ad oggi ha subito qualche cambiamento, fino ad arrivare a quella odierna che ha senz'altro conferito maggiore stabilità e personalità al gruppo pugliese.
Dopo il primo demo "Obitorio" sfornato ormai nel lontano 2006, i nostri ci propongono questo "7", otto brani (sette, per l'appunto, più intro). Con un cantato rigorosamente made in Italy, che personalmente prediligo, quando ascolto un gruppo italiano. C'è da dire, però, che associare un cantato in italiano all'extreme metal non è un gioco da ragazzi. Nico Parente, vocalist della band, grazie ad un growl 'arrangiato' riesce però nel suo intento: i ritmi cadenzati, infatti, ben si prestano al cantato del Parente. A penalizzare il lavoro dei salentini, però, ci si mette la registrazione, decisamente non delle migliori.
In sostanza la band ha le caratteristiche giuste per poter puntare in alto. Con un pizzico di matirutà in più può raggiungere, senza alcun dubbio, alti livelli nell'underground tricolore. In bocca al lupo ragazzi!
Contatti: http://www.clinicamentemorti.it - http://www.myspace.com/clinicamentemorti
Recensore: Velenia - velenia90@hotmail.it
Voto: 6,5/10
Ade (Italia) - Vltima Ratio (2008)
Nella mitologia greca Ade, figlio di Crono e Rea nonché fratello di Zeus e Poseidone, era il padrone degli Inferi. Nell'età moderna si cimenta col Death Metal.
Gli Ade, band capitolina formatasi nel 2007 per volontà di di Messor (Lead Guitar), debuttano con sei pezzi decisamente elaborati, d'impatto: "Vltima Ratio" è un mix di atmosfere greco-romane epicheggianti, che vanno ad amalgamarsi con il nostro immancabile Death Metal, dove non mancano squarci brutaleggianti, facendosi largo tra antiche melodie ornate dal giusto utilizzo delle keyboards (palpabile l'influenza dei Nile).
Il demo si apre con l'intro "Carthago Delenda Est", che ha il compito di preparare l'ascoltatore, catapultando l'ascoltatore in un'epoca ormai antica, dove a spadroneggiare era la Grande Roma Conquistatrice, per poi farlo cadere nello strapiombo, nella ferocia del secondo brano, "Excidium". La sottoscritta, però, rimane ferma sulle sue decisioni: prediligo di gran lunga "Manes", sesto ed ultimo brano, con cui i romani, a mio avviso, arrivano all'apice, amalgamando con assoluta perfezione l'antichità e la brutalità del loro sound.
Il vocalist Flavio rende il tutto decisamente compatto, violento, quasi sofferto. Il cantato in inglese e, addirittura, in latino rende "Vltima Ratio" uno dei lavoro italiani che più ho apprezzato nel 2008 e che riascolto più volentieri. Non ci resta che fare ai nostri i migliori auguri. Un gruppo che ha davvero tutte le carte in regola per sfondare. Aspettiamo con ansia il loro prossimo lavoro, che sarà ultimato nel 2009.
Salvti.
Contatti: http://www.myspace.com/adeproject
Recensore: Velenia - velenia90@hotmail.it
Voto: 7/10
Gli Ade, band capitolina formatasi nel 2007 per volontà di di Messor (Lead Guitar), debuttano con sei pezzi decisamente elaborati, d'impatto: "Vltima Ratio" è un mix di atmosfere greco-romane epicheggianti, che vanno ad amalgamarsi con il nostro immancabile Death Metal, dove non mancano squarci brutaleggianti, facendosi largo tra antiche melodie ornate dal giusto utilizzo delle keyboards (palpabile l'influenza dei Nile).
Il demo si apre con l'intro "Carthago Delenda Est", che ha il compito di preparare l'ascoltatore, catapultando l'ascoltatore in un'epoca ormai antica, dove a spadroneggiare era la Grande Roma Conquistatrice, per poi farlo cadere nello strapiombo, nella ferocia del secondo brano, "Excidium". La sottoscritta, però, rimane ferma sulle sue decisioni: prediligo di gran lunga "Manes", sesto ed ultimo brano, con cui i romani, a mio avviso, arrivano all'apice, amalgamando con assoluta perfezione l'antichità e la brutalità del loro sound.
Il vocalist Flavio rende il tutto decisamente compatto, violento, quasi sofferto. Il cantato in inglese e, addirittura, in latino rende "Vltima Ratio" uno dei lavoro italiani che più ho apprezzato nel 2008 e che riascolto più volentieri. Non ci resta che fare ai nostri i migliori auguri. Un gruppo che ha davvero tutte le carte in regola per sfondare. Aspettiamo con ansia il loro prossimo lavoro, che sarà ultimato nel 2009.
Salvti.
Contatti: http://www.myspace.com/adeproject
Recensore: Velenia - velenia90@hotmail.it
Voto: 7/10
giovedì 13 novembre 2008
Warpath (Irlanda) - Gorefare (2007)
Ultimamente l'Irlanda si sta dimostrando una terra dalle tantissime sorprese. Prima mi si presentano all'orecchio i Gama Bomb, ottima band Thrash che sta avendo un discreto successo (a mio avviso sulla scia del successo planetario che stan riscuotendo i Municipal Waste).. e adesso mi trovo ad ascoltare questi Warpath, gruppo Brutal Death dalla tecnica assolutamente eccelsa, con influenze che vanno dalla sapienza (mai parola più adatta) dei Cannibal Corpse, alla tecnica di gruppi come gli Psycroptic, passando per un certo refrain tanto caro ai Mortician.
Pezzi come l'opener "Munting Season" e la seguente "Blood Eagle", così come la title-track e "Suffering Due to Disembowelment" (highlights di questo "Gorefare") faranno la felicità degli amanti di un Brutal più tecnico, più ragionato.
E dire che io pensavo che in Irlanda ci fossero solo distese e distese di verde e la Guinness.
Mai più felice di così d'esser smentito!
Contatti: http://www.s-finnerty.netmx.co.uk/Warpath/Pages/index.htm - http://www.myspace.com/warpathire
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 7,5/10
Pezzi come l'opener "Munting Season" e la seguente "Blood Eagle", così come la title-track e "Suffering Due to Disembowelment" (highlights di questo "Gorefare") faranno la felicità degli amanti di un Brutal più tecnico, più ragionato.
E dire che io pensavo che in Irlanda ci fossero solo distese e distese di verde e la Guinness.
Mai più felice di così d'esser smentito!
Contatti: http://www.s-finnerty.netmx.co.uk/Warpath/Pages/index.htm - http://www.myspace.com/warpathire
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 7,5/10
Cuentos de los Hermanos Grind (Colombia) - Los Cantipuercos (2008)
Primo album per i colombiani Cuentos de los Hermanos Grind, band colombiana che si presentò all'opinione pubblica con un demo del 2006 di violenza inaudita.
Passano due anni ed il discorso della band di Bogotà non cambia di una virgola: il loro sound rimane standardizzato su un Grindcore ferale, dotato delle giuste dosi di violenza e groove.
Riff taglienti dall'inizio alla fine, una sezione ritmica (affidata al bassista Gato Con Zorras ed al batterista Bruja Heroina) che martella in ogni singolo istante di questo "Los Cantipuercos", dettando saggiamente anche i cambi di tempo presenti nei vari pezzi (magistrali quelli presenti in "La Perriecienta (Parte2)", la cui fine è segnata dal riff portante di "Enter Sandman" dei Metallica). A condire il tutto il growl aspirato e cavernoso di Bizarrio.
Nei 42 minuti di musica i nostri non si fan mancare nulla, per lo meno quel che concerne i canoni del Grindcore. Dal sound, come potete aver capito da quanto scritto poc'anzi, alle tematiche: come ogni band Grindcore che si rispetti, i Cuentos de los Hermanos Grind fanno dell'ironia e della depravazione i loro cavalli di battaglia.
Purtroppo ai più la scena Brutal/Grind sudamericana è per lo più misconosciuta. E ciò è un peccato, visto che è possibile ritrovarsi davanti a realtà altisonanti come questi pazzoidi colombiani.
Un ascolto al loro "Los Cantipuercos" è quasi d'obbligo.
Contatti: http://www.myspace.com/cuentosdeloshermanosgrind
Recensore: The Torturer - brutaltorturezine@gmail.com
Voto: 7/10
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